Scopri ShashGuru, il primo programma commentatore di partite di scacchi

Scopri ShashGuru, il primo programma commentatore di partite di scacchi

Intervista al Prof. Paolo Ciancarani: l’intelligenza artificiale può diventare uno strumento didattico e creativo, ponendo al centro l’apprendimento e la crescita.

Pubblicato: 24 settembre 2025 | Innovazione e ricerca

 Una serie di interviste dedicate all’innovazione tecnologica e al pensiero progettuale: esploriamo le storie dietro invenzioni e soluzioni che rispondono a sfide reali. Un’occasione per approfondire processi creativi, approcci metodologici e impatti concreti sul mercato e sulla società.

Autrice di questa intervista è Francesca Montuschi, del Settore della comunicazione e informazione del dipartimento.

Il più grande errore in una partita a scacchi non è un errore clamoroso, ma il pensiero che una mossa sia la sola possibile, così disse Alexander Alekhine, famosissimo campione del mondo di scacchi. La sua massima sottolinea l'importanza della visione strategica ed esplorativa del gioco: guardare alle possibili alternative e comprendere a fondo conseguenze e valenza di ogni scelta. Negli scacchi già dopo quattro mosse di entrambe le parti le possibilità si contano a miliardi. Questo numero enorme, e la complessità che sottende, testimonia quanto la tecnologia informatica e l'intelligenza artificiale siano penetrate profondamente nel mondo del gioco, quale terreno straordinario per sperimentare; si tratta di un laboratorio in cui si intrecciano logica, statistica e creatività, e che continua a stimolare nuove ricerche.

Nel 1997, per la prima volta, il supercomputer IBM Deep Blue riuscì a battere il campione Garry Kasparov. L’idea consistette nel focalizzarsi su due valori, alpha e beta, in modo da valutare le mosse e le diverse combinazioni per massimizzare il punteggio della macchina (alpha) e minimizzare quello dell’avversario (beta), risolvendo la partita con un approccio di tipo brute-force, ovvero l’algoritmo che compie una verifica tra tutte le soluzioni teoricamente possibili fino a che trova quella effettivamente corretta.

Oggi la sfida non è tanto avere macchine che giocano meglio dell’uomo, cosa che di fatto già accade da tempo, quanto costruire sistemi capaci di dialogare, spiegare le proprie scelte e rendere trasparente il loro funzionamento, evitando il cosiddetto effetto scatola nera, che solleva inevitabili questioni di affidabilità e di limitazione alla diffusione della conoscenza/crescita culturale. 

Parte da questi presupposti ShashGuru, il programma commentatore di partite di scacchi sviluppato da Alessandro Libralesso, con il coordinamento del professor Paolo Ciancarini, del Dipartimento Informatica - Scienza e Ingegneria, e con il supporto tecnologico di Intel.

Questo progetto dimostra come l’intelligenza artificiale possa diventare uno strumento didattico e creativo, ponendo al centro la persona, l’apprendimento e la crescita.

“Il cuore di ShashGuru è una combinazione inedita: l’integrazione di una versione personalizzata del motore scacchistico Stockfish - uno dei più potenti al mondo - con un modello linguistico generativo. Una novità, perché i motori scacchistici tradizionali indicano la mossa, ma non offrono una motivazione strategica del gioco”, risponde il professore Ciancarini.

Come avviene l’interazione?

“I giocatori/spettatori possono inviare domande, richieste di chiarimento o curiosità sull’andamento della partita attraverso comode interfacce multitouch o dispositivi personali. Il Large Language Model (LLM) interpreta la richiesta, consulta il motore scacchistico e restituisce risposte articolate, adattate allo stile e al background dell’utente. L’analisi viene completata in pochi secondi grazie all’accelerazione garantita da Intel Core Ultra 200V e OpenVINO, consentendo una sorta di telecronaca dinamica e personalizzata della partita”.

Il risultato che offre è anche tracciabile?

“In prospettiva sì. Il programma conversazionale usato è molto semplice e intendiamo arricchirlo di competenza scacchistica. Gli scacchi sono un linguaggio”.

In fase di allenamento la riservatezza è cruciale. Il giocatore che si prepara a un torneo non vuole che le proprie analisi vengano archiviate online, e in qualche modo rese pubbliche.

“Intel ha reso possibile l'esecuzione del software in locale sui nuovi processori dotati di NPU integrata. Questa architettura consente di eseguire complessi calcoli di intelligenza artificiale direttamente sul pc, garantendo prestazioni elevate senza dipendere dal cloud. La possibilità di utilizzare questi sistemi sul proprio pc garantisce un livello di privacy assoluto, unito a una potenza di calcolo sufficiente per analisi in tempo reale”.

Lei è anima e ideatore dell’Alma Mater University Chess Tournament, che ha visto quest’anno la seconda edizione, svoltasi 12 al 14 settembre a Bologna. Un primo campo di prova per  il vostro progetto. In questo torneo ShashGuru ha assegnato, per la prima volta per un sistema di AI,  il premio per la partita più bella. Essere brillanti è importante quanto vincere?

“ShashGuru è stato utilizzato in un contesto competitivo: il torneo ha visto l’Ateneo di Bologna primeggiare su 18 squadre universitarie (tra queste cito Oxford e Cambridge per la loro forte tradizione scacchistica), composte da circa 80 giocatori e docenti provenienti da tutto il mondo. Volevamo attribuire anche un premio di bellezza, peraltro una tradizione molto antica nei tornei di scacchi. Sin dall'800 vengono assegnati premi nel caso di partite che colpiscono l'attenzione per la loro creatività e per la qualità del gioco. Storicamente il premio è assegnato da esperti. Noi abbiamo pensato di provare a fare la stessa cosa usando l'intelligenza artificiale. Devo dire che siamo un po' ancora all'inizio, perché quello che abbiamo assegnato è piuttosto un premio di competitività, in quanto siamo riusciti a calcolare i rivolgimenti di fronte in una partita”.

Con l'AI avete misurato i cambi di ritmo?

“Sì esatto. I colpi di scena, quando chi aveva un vantaggio improvvisamente lo perde perché fa un errore oppure l'avversario sorprende con una mossa particolarmente buona”.

Scontata la domanda: lei è un amante e giocatore degli scacchi?

“Certamente. Dirò di più: ho studiato informatica per comprendere maggiormente il gioco degli scacchi”. 

Quante mosse riescono a prevedere in anticipo un sistema di AI e un essere umano?

“Per un computer si parla di 15-25 mosse in avanti. Nessun umano riuscirebbe a fare altrettanto. Un bravo giocatore di scacchi risponderebbe: non calcolo nessuna mossa in avanti, io so sempre qual è la mossa giusta”.

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Una partita a scacchi al torneo di Bologna